Supernatural Academy--Anno uno by Jaymin Eve

Supernatural Academy--Anno uno by Jaymin Eve

autore:Jaymin Eve [EVE, JAYMIN]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Queen Edizioni


Capitolo Venti­due

Le lezioni di quel giorno si susseguirono velocemente, imparai qualcosa di più sul mondo soprannaturale e fui la sola a trovare una minuscola pianta viola, l’alilia, durante l’ora di Erboristeria. Quella pianta era l’unica cura conosciuta per il morso mortale di un golem, una creatura a cui si dava vita unicamente tramite l’utilizzo della magia nera. Rabbrividii nel vedere le immagini contenute nel testo, perché il golem non aveva occhi, naso o orecchie, soltanto un ampio squarcio al posto della bocca in cui si allineavano, uno dopo l’altro, denti affilati come rasoi. Le creature potevano variare in altezza, da un metro e mezzo fino a tre metri, e avevano la forma di un masso con braccia e gambe.

Quei denti, però… Ebbi un fremito.

Avevo il programma sempre con me, perché era lì che apparivano tutte le informazioni, nel caso in cui gli insegnanti avessero cambiato qualcosa con i corsi. Notai che Magia acquatica recava una nota accanto, con scritto “Porta il costume da bagno”, e decisi che mi sarei cambiata prima di cena, così da essere subito pronta per andare.

Il sabato precedente, Ilia si era tenuta occupata mentre mi aspettava nella mia stanza, e ora tutti i vestiti nuovi erano stati riposti in modo ordinato. Per la prima volta in vita mia, avevo l’imbarazzo della scelta in fatto di abbigliamento. Però, il telefono era ancora nella sua scatola, in attesa che avessi l’occasione di sistemarlo. Ancora non ne avevo avuto bisogno, c’era sempre qualcuno in giro per la mensa.

Indossai un elegante costume da bagno nero intero, con un’ampia sgambatura che mi faceva sembrare le gambe super lunghe, un paio di pantaloncini corti e una maglietta con la scritta “Prima il caffè, poi parliamo”. Mentre mi facevo le trecce, pensai a come la tinta non fosse ancora sbiadita. Il rosa avrebbe mantenuto quella stessa brillantezza per tutti i dodici mesi; avrei dovuto ritoccare soltanto le radici. A causa della rapidità con cui mi crescevano i capelli, si stava già palesando un accenno di biondo argenteo. Per fortuna, avevo preso delle scatole di tinta in città e avrei potuto sistemare il colore durante la doccia successiva.

Dopo essermi infilata le scarpe, lasciai la stanza in fretta e furia e mi diressi a cena. Nel corso della successiva ora, Ilia e Larissa mi intrattennero con aneddoti sulla loro giornata mentre io, distrattamente, sceglievo cosa mangiare. I miei occhi continuavano a guizzare verso il tavolo dove sedevano i cinque atlantidei, ed era stupido, ma, in un certo senso, avrei desiderato che fossimo sedute lì con loro. Qualunque cosa fosse accaduta quando Asher aveva sbloccato il mio potere e aveva quasi spazzato via l’istituto, mi aveva conferito un’assurda sensazione di essere legata a lui. A tutti loro.

Avevo bisogno di uno psicologo.

Sforzandomi di non fissarli, finii la pasta al pesto con il pollo, cremosa e speziata quanto bastava per farmi saltare di gioia le papille gustative.

Quando la conversazione virò sul ballo, mi accodai alle mie amiche.

«Ho bisogno di un abito nuovo», disse Larissa. «Ultimamente sono riuscita a mettere su un po’ di peso.



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